sabato 30 luglio 2016

Crash - Contatto fisico

Salve a tutti!

Oggi fa caldo e non ho voglia di fare niente, come un po' di tempo a questa parte... Ieri sera, però, ho visto un film molto bello che consiglio di vedere a tutti! Soprattutto di questi tempi pazzi dove, quando accendi la TV, senti notizie come: "attacchi terroristici", "Trump è in vantaggio rispetto alla Clinton", "un altro poliziotto americano ha sparato e ucciso un ragazzo nero inerme"... 

Questo film, infatti, è incentrato sul razzismo ed è un pugno nello stomaco, bellissimo. 


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Regista: Paul Haggis 


Attori: Sandra Bullock, Don Cheadle, Matt Dillon, Brendan Fraser

Anno di uscita: 2004

Trama: Un procuratore distrettuale e la moglie, coppia bianca e benestante, una sera, subiscono il furto della loro macchina da parte di due ragazzi neri; successivamente entrano in un periodo di crisi della loro relazione. Un persiano proprietario di un negozio aperto 24 ore su 24 si arrabbia pesantemente con un fabbro ispanico pensando (erroneamente) che questi lo voglia imbrogliare. Un detective della polizia nero si mostra poco interessato alle continue richieste della madre drogata di cercare il fratello, che vive sulla strada e rischia l'ergastolo per vari atti illegali compiuti. Il regista nero di un canale televisivo e sua moglie anch'essa nera, incontrano, una notte, due poliziotti bianchi. Tutto questo accade due giorni prima di un triste evento svelato sia all'inizio che alla fine del film, creando un susseguirsi di vicende che si "scontrano" tra loro. ( fonte wikipedia)

Questa volta la trama che c'è su Wikipedia è perfetta perché non svela assolutamente niente del film.

                                                                       (il cast)

La frase di apertura contiene un po' il significato di tutta la pellicola:

« In una città vera si cammina. Sfiori gli altri passanti, sbatti contro la gente... Qui a Los Angeles non c'è contatto fisico con nessuno: stiamo tutti dietro vetro e metallo. Il contatto ci manca talmente che ci schiantiamo contro gli altri solo per sentirne la presenza. »

Seguiamo le vicende di vari personaggi destinati a scontrarsi e che hanno, quasi tutti, dei forti pregiudizi razziali ma il film non ti permette di fermarti solo a questo. 

Rick e Jean Cabot vengono fermati da due ragazzi neri che li puntano una pistola contro e li rubano la macchina.  

"Ed è stata colpa mia, perché io l'avevo previsto. Però se una donna bianca vede avvicinarsi due neri e cambia strada per evitarli, è una razzista, va bene? Benché avessi paura io non ho detto niente e di lì a dieci secondi mi hanno puntato una pistola. Adesso ti dico che il tuo amico lì venderà la nostra chiave a qualche compare e voglio vedere se questa volta ti comporti come se non te ne fregasse un cazzo." (Jean) 

In questo modo, Jean, palesa i suoi pregiudizi, anche perché "il tuo amico lì" è un ispanico che lei crede essere un malvivente. E' una donna da condannare? 

Il poliziotto John Ryan sembra, poi, essere il razzista peggiore di tutti, soprattutto quando si mette a molestare una coppia di colore che sta tornando a casa, tant'è che il giovante agente Tom Hansen decide di cambiare partner. 

Anthony, invece, non riesce a tollerare i bianchi che, a suo parere, odiano tutti i neri. Insieme al suo amico Peter, se ne va in giro a derubare le persone e a fare sproloqui su come tutto nella città, sia costruito in funzione anti-afroamericani, compresi gli autobus! Mentre Peter non può fare a meno di deriderlo.

I punti di vista non finiscono qui, ce ne sono ancora molti altri, appartenenti a etnie diverse, ma riportarli tutti sarebbe un'impresa per me. 

La cosa che più colpisce di questo film è il forte razzismo, più o meno latente, che appartiene, volenti o nolenti, a tutti. Possiamo davvero condannare Jean senza sentirci ipocriti? Il razzista è per forza un uomo cattivo? 

Spesso, lo xenofobo viene immaginato come un uomo delle caverne, cattivo, senza cervello ma non sempre è così, anzi, spesso è esattamente il contrario. Il razzismo si annida anche nelle menti degli uomini più istruiti, del buon padre di famiglia o del figlio premuroso.

Ed è così che il giovane Hansen, che sembra essere un angelo, dà ascolto alla sua parte più oscura che gli sussurra di non fidarsi di quello straniero, perché è risaputo di cosa sono capaci di fare.

Ed è così che Jhon Ryan, da bastardo razzista, si trasforma in un eroe.

Ed è così che Jean Cabot scopre l'ipocrisia che sta alla base della sua vita:  "Io mi sveglio così tutte le mattine. Sono incazzata continuamente e non ho idea del perché."

Il film non è mai noioso, anzi, la tensione cresce continuamente in ogni scena, sappiamo che sta per succede qualcosa di brutto e questo ci fa stringere un forte nodo alla gola. 

A volte si tirano dei profondi respiri di sollievo, altre volte, purtroppo no. 

Non esistono buoni o cattivi, tutti hanno una parte buona e una parte cattiva e quello che ci rende quello che siamo sono le scelte che decidiamo di fare. 

La cosa più sorprendente, infine, è il fatto che tutti i protagonisti sono americani e sembra quasi non se ne rendano conto e accusano gli altri di non esserlo! (questa frase forse è un po' criptica ma se deciderete di guardare il film, cosa che spero vivamente, allora vi sarà più chiara).

«Quando ti muovi alla velocità della vita... scontrarsi è inevitabile.»




 Spero di non essere risultata troppo pesante e di aver spiegato abbastanza chiaramente il mio punto di vista. Se deciderete di guardare il film sarò molto felice e mi piacerebbe sapere che cosa ne pensate. Buon fine settimana!

Aranel






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